Quasi nulla, neanche all’esterno, è riconoscibile della sinagoga di rito italiano. Nota nella stessa posizione già al momento dell’istituzione del ghetto (1632), rimase danneggiata nel terremoto del 1930 e fu smantellata e venduta pochi anni più tardi. Aveva accesso principale su via delle Scuole, di fronte alla sinagoga spagnola, ma era collegata (anche per motivi di sicurezza) a ingressi secondari su via delle Botteghe; uno di questi immetteva direttamente nella sezione riservata alle donne.
L’aula, di impianto bifocale, ospitava un aron ha-qodesh circondato da una struttura a tempietto a pianta semicircolare, formato da sei colonne trabeate sormontate da una cupola. Secondo alcuni, il nucleo centrale – lo scomparto per i Rotoli della Legge – proverrebbe da Ascoli Piceno, trasportato dalla comunità esule nel 1569 dai territori pontifici e trasferitasi in gruppo nel ducato di Pesaro e Urbino. L’arredo appartiene oggi a un oratorio del Tempio Centrale di Milano, mentre gli elementi circostanti si trovano a Netanya in Israele. Sulla parete opposta all’aron si trovava una tevah a baldacchino rialzata, servita da scale simmetriche; oggi è parzialmente ricollocata nella sinagoga Istambuli, nel complesso delle quattro sinagoghe sefardite della città vecchia di Gerusalemme.
Una terza sinagoga di rito italiano è documentata nell’attuale via delle Zucchette (già piazza Giudea): con l’istituzione del ghetto dovette essere abbandonata poiché esterna all’area di reclusione.
Via delle Scuole 26