Posto sulla costa meridionale del Salento, Tricase Porto ha ospitato dal 1945 al 1947 il campo 39 di accoglienza di sopravvissuti alla Shoah, come Santa Cesarea Terme, Santa Maria al Bagno e Santa Maria di Leuca. In questa località i profughi furono ospitati in ville disabitate, alcune delle quali hanno ancora alcuni graffiti e scritte in ebraico, come Villa Maria, Villa Martella, Villa Miranda-Dell’Abate e Villa Pizzolante-Leuzzi. Negli anni di permanenza si ricorda un mercato dell’usato in piazza Pisanelli organizzato dagli stessi profughi ebrei. Tricase Porto fu una delle basi di partenza clandestina verso la Palestina mandataria. Poco distante dal porto, verso l’interno, anche il paesino di Tricase ospitò per alcuni anni numerosi profughi. Qui, alla fine dell’Ottocento, la famiglia Misdrachi vi aveva importato dall’Impero ottomano la coltivazione e la lavorazione del tabacco. Più tardi, anche gli Allatini, famiglia di origine italiana trasferita a Salonicco, si dedicò alla stessa attività; il fabbricato che ne ospitò il tabacchificio è tuttora conservato e destinato a funzioni culturali.