Il cimitero di Pisa occupa una posizione suggestiva, appena fuori dal tratto di mura cittadine che circonda piazza dei Miracoli; per questo motivo, nel corso del Novecento, furono numerosi gli ebrei di altre città che vollero qui la propria sepoltura. Si tratta di uno dei più antichi cimiteri ebraici conservati e ancora in funzione. Fu acquisito nel 1674 e segue tre precedenti aree di sepolture che si sono susseguite nella storia dell’insediamento ebraico pisano. La più antica risale al XIII secolo ed era ubicata a ridosso della Porta Nuova, dove sono state rinvenute epigrafi incise nella cinta muraria. Una seconda, documentata nel 1330 e forse utilizzata sino al XVI secolo, si trovava più a sud, in un terreno della famiglia da Pisa. L’ultima, citata negli estimi del 1618 e del 1622, era nuovamente collocata lungo le mura occidentali, a sinistra della Porta Nuova. Sembra sia rimasta in uso per un breve periodo, sino a quando nel 1674 il Granduca Ferdinando II richiese il terreno per destinarlo ad altra funzione e concesse in cambio l’area dell’attuale cimitero.
Il campo ha tombe d’ogni epoca, per lo più individuali. Le più antiche, di foggia semplice conforme alla tradizione ebraica, appartengono spesso a ebrei di origine iberica, discendenti degli esuli spagnoli e portoghesi espulsi dalle loro nazioni a fine Quattrocento e accolti dal granduca Ferdinando I, un secolo più tardi con le Patenti dette Livornine. Nel tardo Ottocento, nel clima di assimilazione ai costumi della cultura dominante, cominciano a emergere elaborati sepolcri monumentali, realizzati secondo diverse correnti stilistiche tipiche dell’epoca.
Sul muro della camera mortuaria, una lapide ricorda gli ebrei deportati e uccisi nei campi di sterminio nazisti, insieme alle vittime dell’eccidio di casa Pardo Roques.
Via Carlo Cammeo 2
Per informazioni e visite
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Chiuso nelle festività ebraiche