Dopo oltre mezzo secolo di pressioni da parte dello Stato della Chiesa, il duca Vincenzo I Gonzaga impose il ghetto. Dal 1612, la comunità fu costretta a concentrarsi in un’area dove già in parte si era stabilita, fra le attuali vie Dottrina Cristiana, Pomponazzo, Calvi, Spagnoli e Giustiziati. Il quartiere, chiuso da quattro portoni aperti dall’alba al tramonto, diventò sovraffollato e malsano. Le condizioni peggiorarono intorno al 1630 con i saccheggi dei Lanzichenecchi e un’epidemia di peste. Molti ebrei fuggirono; la comunità andò riducendosi e la superficie del ghetto fu ridotta. Le prime libertà giunsero nel 1707, con la devoluzione del ducato all’impero asburgico. L’abolizione del ghetto e l’equiparazione sociale sono del 1798, con l’invasione napoleonica. Oggi, quasi nulla rimane del ghetto, la cui area fu trasformata dal risanamento urbano d’inizio Novecento. Fra le poche testimonianze, rimangono la facciata della “Casa del Rabbino” e la denominazione “via Scuola Grande” in ricordo di una della sei sinagoghe del ghetto.
Fino al XIX secolo Mantova fu l’unica Comunità importante in Lombardia; poi molti ebrei mantovani si trasferirono a Milano, la cui Comunità nacque come sezione di quella di Mantova.
via Dottrina Cristiana / via Pomponazzo/ via Bertani / via S. Francesco da Paola / via Calvi / via Spagnoli / via Giustiziati
Su richiesta, vengono organizzate visite guidate dell’area a cura dei volontari della Comunità ebraica di Mantova
Contatti:
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