Notizie certe di presenza ebraica a Manduria (un tempo chiamata Casalnovo) iniziano nei sec. XII-XV. Dal 1648 si parla del “Ghetto degli Ebrei” istituito dal sindaco Filippo Bianchetti. Il quartiere, di fronte alla chiesa madre, era delimitato da tre porte che venivano chiuse la sera, in linea con i provvedimenti del Concilio di Trento.
Oggi la zona ha mantenuto il toponimo originario. Si sviluppa intorno a vico Stretto, vico Lacaita e vico degli Ebrei; vi si accede da tre ingressi contrassegnati da archi, uno dei quali riporta la data 1602. L’area, rettangolare, è caratterizzata da un intrico di vicoli con portoni di accesso alle singole abitazioni direttamente dalla strada. In una di queste viene indicata la sinagoga, della quale non esiste però documentazione certa. La stanza è costituita da un piccolo vano rettangolare con soffitto a botte. Vi si accede direttamente dalla strada da una porta che taglia un arco decorato tutto intorno da rosette e, in alto, da un mascherone antropomorfo. Poco distante viene indicata la Casa del Rabbino. Questa si affaccia in un cortile interno al quale si accede da un arco a tutto sesto. La casa, che risale ai secoli XVI-XVII, presenta un ballatoio in pietra ornato con decorazione a traforo e motivi vegetali.
Sinagoga: vico degli ebrei 8 – Manduria (TA)
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