A Erice, cittadina che sovrasta Trapani dall’alto del monte omonimo, un piccolo gruppo ebraico è stato particolarmente attivo tra il XIII e il XV secolo fino all’espulsione. Benché diffusi in tutto l’abitato, la loro presenza era più folta a ridosso delle mura settentrionali della città, nei pressi dell’attuale chiesa di S. Antonio Abate. L’area fu gravemente danneggiata nel 1392 durante un tumulto antiebraico. Agli ebrei fu posta la scelta tra conversione o morte. Poco distante si trovava il cimitero. Gli ebrei del posto erano fabbri, orefici, cotonieri, carpentieri e mercanti prestatori. Alcuni possedevano terreni che coltivavano a vigneti. Oggi il ricordo della passata presenza ebraica è rimasto nella toponomastica con via Giudaica e via Apolline, nell’area settentrionale della città.
Nel Polo museale Antonio Cordici è conservata l’unica lapide funeraria ebraica sopravvissuta. In una teca è esposto un frammento di lucerna romana con menorah.
Una seconda epigrafe, oggi scomparsa, si trovava all’interno della chiesa di S. Antonio Abate (oggi restaurata). Attestava la presenza della sinagoga nel cortile Caim nei pressi della “Piscina Apollonis”; la sinagoga fu trasformata in abitazione privata dopo l’espulsione degli ebrei.
Polo museale Antonio Cordici
Vico San Rocco, 1 – Erice
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