I resti della sinagoga di Ostia, rinvenuti nel 1961, costituiscono una testimonianza di fondamentale importanza tanto per la storia della presenza ebraica nella regione quanto per la conoscenza delle strutture ebraiche diasporiche più antiche. Il nucleo primitivo risale verosimilmente al I secolo, quando la costruzione del porto voluta dall’imperatore Claudio aveva fatto della città un multietnico centro di commerci. L’edificio, composto di diversi ambienti, fu successivamente rinnovato ed ampliato in particolare fra III e IV secolo. All’aula sinagogale si accedeva attraverso un vestibolo a tre entrate ed un passaggio intermedio con alte colonne corinzie. Sulla parete di fondo della sala, leggermente incurvata, era verosimilmente collocata la tevah; sul lato opposto, si trova tuttora l’abside del IV secolo che costituiva l’aron, inquadrata da una struttura a edicola con colonne originariamente trabeate. Sulla testa delle mensole aggettanti (qui riprodotte in copia) risaltano bassorilievi decorativi con soggetti della tradizione: la menorah (candelabro a sette bracci), lo shofar (corno), il lulav (fascio con palma e altre specie vegetali).
Alle ultime trasformazioni risalgono altri locali rinvenuti nello spazio prossimo al vestibolo. Fra essi, una cucina con forno e scomparti interrati per le derrate, ed un grande ambiente con banconi lungo le pareti, forse con funzione di foresteria.
Viale dei Romagnoli, 717 – Ostia Antica – Roma
Informazioni e contatti: http://www.ostiaantica.beniculturali.it