Lungo il muretto che cinge il fossato del Castello Estense, quattro lapidi furono poste a ricordo del tragico eccidio del 15 novembre 1943. Per vendicare l’assassinio del federale del partito fascista, ricostituitosi dopo l’armistizio dell’8 settembre, una barbara rappresaglia colpì undici persone, prelevate fra gli ebrei e gli oppositori politici detenuti nel carcere di via Piangipane. Di essi, otto furono trucidati nei pressi del Castello e due sul baluardo di San Tommaso, dove li ricorda un cippo commemorativo. Un’undicesima vittima, probabilmente un testimone in fuga, veniva assassinata poco distante dal Castello, in via Boldini. I loro corpi furono lasciati sul posto come monito sino alla mattina seguente.
Dopo la guerra, con l’apposizione delle lapidi commemorative, la via fu rinominata corso Martiri della Libertà. Nella novella “Una notte del ‘43”, lo scrittore Giorgio Bassani racconta l’eccidio di corso Roma attraverso le vicende di un farmacista residente di fronte al luogo della tragedia.
Corso Martiri della Libertà angolo piazza Savonarola