A pochi anni dalla sua inaugurazione, la sala subì gravi danni a causa di un incendio del 1629; fu in seguito ricostruita e riarredata, fino ad assumere la sua definitiva configurazione nel 1770. Analogamente alla sinagoga italiana, si trattava di un ambiente a pianta rettangolare allungata, con tevah e aron realizzati intorno al 1729 e disposti al centro dei lati maggiori. Anche questo caso presentava una tevah rialzata con scale laterali e copertura a baldacchino con volute.
La sinagoga fu attiva fino al 1892 quando, in seguito all’unificazione dei riti, rimase in funzione solo la Scuola Grande. Dopo la guerra, i suoi arredi furono trasferiti a Gerusalemme e, nel 1958, ricollocati nel complesso dell’Hekhal Shelomoh. Nella sistemazione attuale, oltre a subire modifiche cromatiche sulla laccatura, la tevah è stata disposta al centro dell’ambiente, perdendo così l’originaria collocazione addossata alla parete per la quale l’arredo era stato concepito.
Via San Martino e Solferino, 8