Presenza ebraica a Napoli è ininterrottamente documentata dall’epoca romana sino alla definitiva espulsione disposta fra il 1510 e il 1541. Un breve rientro fu consentito nel 1740 sotto il regno di Carlo di Borbone, il quale fece espressamente invitare commercianti ebrei di diverse provenienze nella speranza che la loro abilità potesse contribuire a risollevare la situazione economica. Nuovamente bandito nel 1747, un gruppo ebraico poté definitivamente stabilirsi in città nel 1830. La rinascita della vita ebraica partenopea è legata alla storia di un ingente prestito che i banchieri Rothschild concessero ai Borbone. Fu determinante il trasferimento in città del barone Carl che, insieme alla sua famiglia, fu il massimo benefattore del gruppo. Un ambiente della sua abitazione a villa Acton (ora Pignatelli) fu adibito a oratorio; nel 1861, quando venne ufficialmente fondata la Comunità, furono presi in affitto i locali di vico Santa Maria a Cappella Vecchia. Il barone Adolf Carl de Rothschild, figlio di Carl, ne pagò la ristrutturazione e l’affitto per i primi cinque anni. Grazie alle donazioni di altri iscritti e in particolare del presidente Dario Ascarelli, l’edificio fu infine acquistato nel 1927. La sinagoga, di rito spagnolo, è al primo piano e affaccia su un cortile nel quale non esiste alcun segno esteriore della presenza di un luogo di culto. L’interno ha pianta rettangolare, divisa a metà da un arco. La tevah centrale, circondata dai banchi, fronteggia l’aron, che poggia sulla parete orientale di fronte all’ingresso. Nello stesso appartamento vi sono sale per conferenze e riunioni, la segreteria della comunità e la casa del rabbino.
Via Santa Maria a Cappella Vecchia, 31
Info e visite
Comunità ebraica di Napoli
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