La sinagoga di Bologna, distrutta da un bombardamento nel 1943, fu ricostruita nel dopoguerra e completata nel 1954.
Soltanto in seguito all’invasione napoleonica gli ebrei avevano potuto ristabilirsi in città. Per diversi anni essi avevano utilizzato piccoli oratori per lo più fondati in spazi residenziali privati. Quando si presentò l’occasione, la comunità acquistò l’edificio sito in via Gombruti 19 (9 nella numerazione attuale) e affidò all’ingegner Guido Lisi l’incarico di realizzarvi una sinagoga, che fu inaugurata nel 1877.
Agli inizi del Novecento, si volle ulteriormente ampliare ed arricchire il tempio e si affidò l’incarico all’affermato architetto Attilio Muggia. Questi disegnò un’aula di impianto analogo alla struttura precedente, con copertura voltata a padiglione culminante in un lucernario, e con decorazioni di gusto liberty alle pareti. Il nuovo tempio fu inaugurato nel 1928.
Dopo la guerra, il progetto di ricostruzione fu affidato all’ingegner Guido Muggia (figlio di Attilio) che seppe riproporre in chiave moderna i caratteri dell’edificio preesistente.
Facciata e ingresso principali affacciano su via Finzi. L’aula è coperta da una grande volta a botte; sui lati lunghi corrono due deambulatori al piano terra e i loggiati del matroneo al livello superiore. In origine, la tevah era posta entro la balaustra dell’aron e i banchi per il pubblico erano allineati in file parallele rivolte ad esso. Oggi la tevah è stata ricollocata sulla parete opposta all’aron e i banchi per il pubblico sono orientati verso lo spazio centrale.
Nel 2017 è stata inaugurata nel complesso una nuova aula sinagogale, il Beth Yedidiah, dedicata a Renzo Yedidiah Soliani, per anni Presidente e cantore della Comunità di Bologna. Realizzato nei locali di fondazione del tempio maggiore, il nuovo ambiente rappresenta un’eccellenza nel panorama architettonico e artistico sinagogale italiano. L’aula è coperta da suggestive volte a vela in mattoni e, sotto alla pavimentazione in vetro, si possono ammirare i resti di una domus romana (I-II secolo d.C.) scoperta durante il restauro dello stabile della Comunità.
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