Esempio particolarmente rappresentativo di sinagoga piemontese d’epoca di ghetto, si trova all’ultimo piano di un edificio senza alcun carattere che ne manifesti esteriormente la presenza.
Nel piccolo vestibolo che precede l’aula si notino due elementi assai diffusi negli spazi sinagogali: un elegante lavacro per la lavanda rituale delle mani e un’elemosiniera la cui iscrizione elogia il valore della beneficienza fatta con discrezione.
L’interno è un gioiello di architettura barocca piemontese; elementi funzionali e decorativi sono studiati in piena armonia con l’ambiente. Secondo la tradizione maggiormente diffusa nella regione, l’aula ha pianta centrale con fulcro nella splendida tevah a baldacchino in legno laccato, datata 1766. Sulla parete orientale è collocato un aron ha-qodesh in stile coordinato e altrettanto riccamente decorato, in particolare sul lato interno delle ante che mostrano rappresentazioni simboliche del Santuario di Gerusalemme e dei suoi arredi.
Lungo i quattro lati corre un’unica panca continua destinata al pubblico; il matroneo, in posizione sopraelevata, è ricavato al di spora del vestibolo e affaccia sul lato sinistro della sala.
Elemento di valore al tempo stesso ornamentale e commemorativo sono i numerosi cartigli dipinti sull’intonaco, nei cui versi poetici si celano date di eventi e nomi di donatori che hanno contribuito alla realizzazione della sinagoga.
Via Bertini, 8
Primo piano senza ascensore.
Per informazioni e visite:
Comunità ebraica di Torino
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